Integrità della guaina? Il metodo ad alta tensione è un eccelente aiuto alla UNI 11345
La UNI 11345:2010 entrata in vigore il 04 febbraio 2010 con il titolo “Attività di controllo per le fasi di progetto, esecuzione e gestione di coperture continue” cita testualmente nel sommario: “La norma fornisce istruzioni circa le attività da adottarsi per il controllo durante la fase di progettazione, esecuzione e gestione di coperture continue realizzate con membrane flessibili per impermeabilizzazione. Per ciascuna delle fasi vengono individuate le responsabilità dei singoli operatori coinvolti e gli elementi caratterizzanti. Vengono altresì forniti esempi dei verbali di controllo da redigere alla fine di ogni singola fase.”
La norma fa chiarezza nelle responsabilità del progettista, del direttore dei lavori, dell’impresa generale, dell’impresa specializzata e del supervisore per favorire la qualità e la durata dell’impermeabilizzazione di coperture continue evidenziando i punti critici dei progetti e l’esecuzione qualitativa dei lavori e puntualizzando le attività di controllo in fase di progettazione, esecuzione, gestione e manutenzione delle coperture favorisce l’unione delle varie figure senza che queste siano in contrapposizione o divisione tra di loro attraverso riunioni.
Le singole figure sono ora a rispondere per dieci anni in prima persona per i lavori di impermeabilizzazione che non funzionano, mentre il produttore di sistemi risponde solo di eventuali difetti di fabbricazione del materiale fornito.
Con questa nuova norma il sistema impermeabilizzante dev’essere scelto e realizzato in base alla funzionalità, alla durabilità e alla facilità di manutenzione, cioè viene puntualizzato l’obbligo della scelta di un buon progetto, un completo e trasparente manuale di posa, la registrazione del lavoro eseguito tramite la tabella di avanzamento lavori.
Una tecnica di controllo molto efficiente in fase di applicazione della guaina e che chiarisce e definisce la qualità della guaina e della sua posa è il metodo elettronico non invasivo. In Italia sta prendendo piede ma c’è ancora a tutt’oggi una lacuna informativa del suo utilizzo.
Innanzitutto dobbiamo dire che questo metodo si divide, a seconda della tensione usata, in bassa e alta tensione. In commercio ci sono varie applicazioni di questi metodi che i produttori di strumenti esprimono con strumenti di alta, media e bassa capacità. Il fatto che si stà riscontrando è la non conoscenza dei vantaggi e svantaggi del metodo elettronico a seconda della tensione utilizzata.
Breve spiegazione del metodo (per la spiegazione completa bassa tensione - alta tensione)
Principio: la guaina non è un conduttore elettrico mentre il suo substrato è un conduttore elettrico.
Funzionamento: un polo del generatore viene collegato al substrato e l’atro polo viene collegato o a una zona bagnata (bassa tensione) o a una spazzola (alta tensione). Viene rilevata la non continuità della guaina attraverso il passaggio dell’acqua da un rilevatore (bassa tensione) o attraverso lo scarico di corrente (alta tensione).
Vantaggi:
Figura 1 | Figura 2 |
Nella figura 1 c’è il solaio che fa da conduttore elettrico e la guaina è dielettrica. Rilevamento del danno:
Riscontro del danno:
Se abbiamo la presenza di un isolamento come in figura 2, sarebbe la stessa cosa se avessimo uno strato drenante, anti radice, eps, ecc. , risulta che il strato sottostante la guaina non è conduttivo e dunque il metodo elettronico non sarebbe applicabile. |
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Figura 3 | Figura 4 |
Per sopperire a questa mancanza di conduzione elettrica, durante il controllo viene bagnata la guaina per fare in modo che entri l’acqua (conduttore elettrico) dove c’è un danno come in figura 3. In questo modo il metodo elettronico rilevati i danni che vengono poi riparati e infine ricontrollati sempre tramite l’utilizzo dell’acqua come conduttore. Il controllo può essere eseguito sia con l’immissione di bassa che di alta tensione. Il problema tecnico di questa verifica è che l’acqua entrata nell’isolamento per l’esigenza di avere un conduttore elettrico, rimane nel materiale stesso e non viene asciugata prima della riparazione del danno. L’acqua rimane perciò rinchiusa nell’isolamento e produrrà nella vita del manto di impermeabilizzazione una minore efficienza energetica e probabilmente dei danni chimici o fisici nel materiale isolante a seconda della natura dello stesso.
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Strumento semplice da regolare e da usare.
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